Forlanini
Relazione
Il progetto presentato dal TEAM è risultato tra i primi dieci classificati
“Una nuova piazza coperta per la città di Pandino”
Introduzione
Dall’analisi del bando è emersa la necessità di riqualificare sia l’edificio del Castello Visconteo, sia le aree limitrofe, attribuendo loro nuove funzioni, a vantaggio dei Pandinesi e dei visitatori.
Il progetto, come suggerito dall’Amministrazione, prevede di delocalizzare in aree esterne alla circonvallazione le superfici da destinare a parcheggio, date le distanze ridotte per raggiungere il Castello.
Su scala urbana si è puntato ad una riqualificazione “a verde“ dell’area prossima al Castello per “fare sistema” con i parchi agricoli, e non, circostanti. Il nuovo parco avrà il carattere di “parco urbano”, in modo da risultare complementare ai parchi esistenti e da
rafforzare le “reti ecologiche urbane” offrendo spazi di gioco, contemplazione e cura del verde stesso.
Il progetto, pur mantenendo integra “la struttura storica” del Castello Visconteo, punta a trasformarlo in edificio dalle spiccate caratteristiche ecologiche e di risparmio energetico attraverso l’uso di fonti di energia rinnovabile (geotermica e solare).
Si è prenso spunto dall’iniziativa europea a favore delle “città sostenibili”, “delle capitali verdi e del patto con i Sindaci”. Questo tipo di interventi di riqualificazione urbana mirano alla riduzione della mobilità “densificando” il tessuto esistente, attraverso la creazione di nuove polarità e di mix funzionali e sociali. Si intende promuovere la “città dolce” con quartieri senza auto, parcheggi limitati, ed infrastrutture e spazi gradevoli per pedoni e ciclisti
Il rapporto con la città e le aree vicine
Il tema del verde è l’elemento unificante fondamentale tra la il Castello Visconteo, la città e le aree vicine insieme alla pedonalizzazione di gran parte del Centro Storico. La piazza Vittorio Emanale III (attualmente adibita a parcheggio e area per il mercato) si inserisce nel nuovo sistema di verde urbano poiché, liberata dalle auto, viene trasformata in una piazza alberata, pur consentendo lo svolgimento del mercato settimanale.
Le piste ciclabili, in parte già presenti, vengono potenziate in modo da raggiungere in bicicletta numerosi punti dentro e fuori città.
Inoltre, in corrispondenza dei parcheggi più esterni (previsti dall’Amministrazione) vengono predisposti dei parcheggi per “biciclette comunali” in affitto per raggiungere il centro della città. Questo consentirà, a chi intende raggiungere Pandino con la propria auto o con l’autobus, di lasciare i mezzi inquinanti all’estermo della circonvallazione.
L’uso più sistematico della piste ciclabili e dei mezzi pubblici contribuirà a ridurre l’utilizzo del mezzo privato per spostamenti brevi, con beneficio per la qualità della vita e il risparmio di energetico.
Il parco urbano cittadino
La scelta, di trasformare l’area verde esistente e quella attualmente adibita a parcheggio in “parco urbano” intorno al Castello Visconteo, ha l’obbiettivo di riqualificare questa ampia superficie, attribuendole una precisa funzione. Realizzare un “parco urbano” ha il duplice obbiettivo di riqualificare questo spazio, sia per i Pandinesi di tutte le fasce di età, e in particolare per gli alunni delle scuole vicine, sia per i visitatori del Castello, perchè possono godere di un luogo per la sosta e il relax intorno all’edificio storico.
Il disegno del parco è pensato come una trama di percorsi diagonali e rettilinei, che si intrecciano tra loro liberamente, permettendone l’attraversamento, per raggiungere rapidamente i vari punti della città. Diventa così possibile attraversare il centro del paese non più solo da nord a sud, e viceversa, ma anche da est a ovest e viceversa, rendendo l’area verde intono al castello una nuova risorsa e un polo di attrazione che promuove la vita all’aperto in tutto l’arco dell’anno.
Il parco sarà dotato di specie arboree autoctone come: Olmi, Platani, Salici, Sambuchi e Farnie; inoltre le piante all’interno del parco e intorno al castello saranno disposte sia a filare che a bosco. Il parco urbano intorno al Castello diventa così il “cuore verde” della città di Pandino; inoltre l’aumento della superficie a verde ridurrà, tra l’altro, sensibilmente il calore prodotto attualmente in estate, dalle parti asfaltate.
L’illuminazione sarà garantita da pali di varie altezze, dotati di pannelli solari, in modo da renderli totalmente autosufficienti rispetto al resto della rete cittadina.
Il tema dell’acqua, già in forte rilancio con la riqualificazione dei numerosi fontanili della zona, riveste un ruolo importante in questo progetto con funzione sia di valorizzazione del nuovo parco che di raffrescamento estivo. L’intervento prevede la realizzazione di una serie di vasche d’acqua vicino al parco, parallele al canale esistente lungo la circonvallazione.
Intorno al parco, lungo un tratto della circonvallazione, esiste una zona, in corrispondenza del vecchio muro, attualmente utilizzata come parcheggio, che invece funzionerà come “zona filtro” tra il nuovo parco urbano e la città. Una sorta di “piazza lineare” da utilizzare, come spazio espositivo, in occasione delle fiere, che si tengono annualmente a Pandino,
Grazie al sistema delle piste ciclabili il parco si collegherà al futuro parco del Tormo (fiume Tormo).
Piazza Vittorio Emanuele
Piazza Vittorio Emanuele, attualmente invasa dalle auto in sosta, è poco fruibile dai Pandinesi, pur trovandosi in una posizione privilegiata (rispetto al centro cittadino e al Castello) e pur essendo la piazza del centro di dimensioni maggiori. Questo progetto prevede, come già detto, la riqualificazione del verde urbano nel suo complesso e consente di usufruire di questa piazza come luogo di incontro sia per i Pandinesi che per i turisti soprattutto in primavera ed in estate, mantenendo la sua precedente funzione di mercato ambulante settimanale.
L’inserimento nella piazza delle panchine e dell’illuminazione lungo il suo perimetro non è di intralcio allo svolgimento del mercato suddetto.
In via Cesare Beccaria, dietro l’abside della chiesa nel punto in cui la strada si allarga e si collega con piazza Vittorio Emanuele III, sono previsti parcheggi per le biciclette così come nello slargo tra piazza Vittorio Emanuele III e piazza della Rinascente.
Rafforzamento dell’attuale asse commerciale urbano lungo via Umberto I
Nell’ottica di rilanciare il sistema commerciale intorno al Castello si intende pedonalizzare tutta l’area intorno al Castello, realizzando, lungo il nuovo asse pedonale e commerciale di via Umberto I, anche una pista ciclabile e un nuovo sistema di illuminazione “ecologico”. Il nuovo asse commerciale così rafforzato farebbe sistema con le aree commerciali (e non solo) all’interno del castello integrandosi vicendevolmente.
Via Umberto I
L’asse commerciale di via Umberto I diventa centrale nell’ambito della riqualificazione pedonale del centro storico. La strada diventa percorribile sia dai pedoni che dalle biciclette. E’ ipotizzabile un sistema di illuminazione tale, da rendere vivibile la strada anche nelle ore serali invernali e notturne durante tutto l’anno. Una serie di lampioni, posti al centro della strada, ne scandiscono il percorso. L’illuminazione oltre che verso la strada si orienta verso le facciate degli edifici ma, attraverso l’uso di luce a bassa intensità, si evite l’inquinamento luminoso per chi abita lungo la strada.
Al fine di “dare un ritmo” alla strada ed “allungarne” prospetticamente il percorso, si prevede di metterla in relazione con le differenti facciate degli edifici che su di essa si affacciano, il percorso è scandito da tagli trasversali della pavimentazione con materiale più chiaro rispetto al resto della pavimentazione.
Nelle immediate vicinanze dell’estremità nord della nuova strada pedonale su via Stefano da Pandino si trova un parcheggio per biciclette.
Al centro della strada, nel tratto sud che è più largo, sono disposte delle panchine.
I parcheggi esterni al Castello di Pandino
Si prevede di eliminare le aree a parcheggio attualmente poste intorno al Castello Visconteo. I gestori delle attività del Castello riqualificato usufruirebbero della nuova area a parcheggio posta a sud-est lungo la circonvallazione di fronte alla Piazza della Rinascente. Il grande parcheggio a nord dietro le scuole servirà per l’arrivo e la sosta degli autobus e per le auto così come il parcheggio a ovest lungo la direttrice di via Milano e quello a sud della circonvallazione nelle vicinanze di via A. Negri utilizzato quest’ultimo esclusivamente dalle auto.
Il tema dei parcheggi è strettamente correlato a quello della mobilità. Riteniamo a questo proposito che sia utile promuovere l’uso della bicicletta potenziando il numero di piste ciclabili sia lungo le direttrici principali, sia radiali che concentriche, limitando al contempo il limite di velocità delle auto mano a mano che ci si avvicinano al centro storico attraverso segnaletica e dissuasori, con l’obbiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e di PM10.
La riqualificazione funzionale del Castello di Pandino
Per rilanciare l’economia cittadina in tutti i settori (in particolare quello del commercio) si prevede di realizzare una “piazza coperta” all’interno della corte del Castello che funga da polo accentratore e soprattutto che consenta di promuovere numerose iniziative all’interno del castello durante tutto l’arco dell’anno e non più solo nei mesi estivi. Il nuovo spazio potrà godere di un microclima interno funzionando come una “grande serra” attraverso il raffrescamento naturale in estate (anche con l’uso del verde) e il riscaldamento naturale (per irraggiamento) in inverno. La nuova copertura vetrata verrà inoltre dotata di un sistema di pannelli solari con funzione anche di frangisole in estate (che consentano l’ingresso dei raggi solari sia in inverno che durante le ore meno calde in estate) capaci di sfruttare l’energia solare così accumulata sia per l’illuminazione della “nuova piazza coperta” che di gran parte degli ambienti del Castello.
Si prevede inoltre di sostituire gran parte della copertura esistente del castello in coppi con con nuovi “coppi tecnologici” tipo Techtile Easy © dove sono inserite celle fotovoltaiche per l’accumulo di energia solare.
Al fine di aumentare le superfici disponibili ed avere il maggior numero di funzioni possibili e maggior spazio, si prevede di realizzare lungo i portici al piano terra e al primo piano “un sistema di contenitori vetrati” dalla forma irregolare in modo da dare una nuova dinamicità al Castello ed evitare l’”effetto tunnel” dei percorsi.
L’aumento delle funzioni e quindi il flusso dei visitatori e degli utenti impone la realizzazione di nuove scale (anche con funzioni di sicurezza) e di un nuovo ascensore che fungerà anche da montacarichi per gli spazi espositivi previsti al primo piano.
Considerate le caratteristiche architettoniche dell’edificio il progetto di “rifunzionalizzazione” intende valorizzare le pareti affrescate, rendendole ben visibili attraverso la continuità degli spazi e dei locali originari, senza frazionarli in ambienti più piccoli, così da esalatare le qualità spaziali, cromatiche e morfologiche dei dipinti. Dove invece sono state perdute le pareti affrescate si opta per un frazionamento degli spazi in base alle nuove funzioni.
Il livello di illuminazione di tutti gli ambienti, sia quelli illuminati naturalmente dalle finestre poste lungo il perimetro esterno del castello, sia quelli nuovi ricavati in corrispondenza dei portici al piano terra e del loggiato al primo piano è da ritenersi buono nel suo complesso.
Nel distribuire le funzioni all’interno degli spazi esistenti del castello si è tenuto conto delle caratteristiche distributive delle sale e degli affreschi che spesso ne decorano le pareti. Per gli spazi espositivi, che richiedono molta luce e grandi dimensioni, si sono individuate grandi sale che si trovano prevalentemente il corrispondenza dei portici al piano terra e lungo il loggiato al piano superiore, mentre per quelle funzioni cui sono sufficieni ambienti di dimensioni minori si è scelto di utilizzare prevalentemente le sale più piccole, tutto questo con l’obbiettivo di preservare e rispettare l’esistente.
Anche l’aspetto distributivo è stato tenuto in grande considerazione in quanto sia al piano terra che al primo piano si sviluppa un grande “corridoio affrescato” ad anello che permette ai visitatori, oltre che di poter accedere facilmente a tutte le aree, di poter percorrere il castello godendo di suggestive viste prospettiche verso il cortile, fulcro di tutte le attività della struttura.
Nuove torri ricostruite sul lato ovest del castello di Pandino
Nell’ottica di rilanciare il complesso del castello nel suo insieme si intende ricostruire “l’archetipo” delle preesistenti torri del lato ovest del castello (ad oggi demolite) che fungeranno prevalentemente da punti panoramici privilegiati verso il castello e verso la città. Esse saranno costituite da una struttura in carpenteria metallica rivestita in lamiera stirata.
Nelle torri ricostruite troveranno posto prevalentemente una parte degli apparati tecnici ed impiantistici. La nuova torre di nord-ovest sarà un’appendice della sottostante nuova biblioteca.
Percorsi e funzioni nel castello di Pandino
La caratteristica della corte del Castello è di essere attraversata in diagonale da un percorso che mette in relazione diretta l’ingresso nord con quello sud. La corte viene così divisa in due aree una più piccola a verde, di grande utilità dal punto di vista della regolazione naturale di temperatura e umidità; l’altra è una superficie libera a disposizione per usi diversi. A lato di essa si trova il “punto informazioni” inteso come “gate” di accesso ai percorsi naturalistici e culturali del territorio e “centro informativo” legato alla pro-loco per informare sulle attività del Castello, del Parco e della città di Pandino.
Al piano terra, nell’ala a destra dell’ingresso sud è previsto un bar con annessa veranda che prospetta sulla corte coperta. Questa attività ha la funzione di fornire un servizio ai visitatori ed ai cittadini facendo “vivere” il Castello per un lungo arco temporale.
Sul lato est e parte dell’ala nord è prevista la realizzazione di un’ampia zona per esposizioni temporanee caratterizzata da lucernari tubolari per l’illuminazione naturale zenitale che attraversano il muro di spina provenendo dalla copertura. Quest’area è caratterizzata da una serie di “appendici vetrate” sotto i portici che ne ampliano la superficie espositiva e fanno intravedere l’interno delle sale, catturando l’attenzione di chi transita nelle vicinanze.
Alla sinistra dell’ingresso sud, lungo i portici, si sviluppa “l’area commerciale” che prosegue fino all’ingresso nord. La prima attività prevista lungo questo percorso è una SPA che ha l’obbietivo di attirare non solo i Pandinesi, ma anche la clientela delle aree limitrofe, caratterizzando questo angolo del castello con un’attività che prosegue anche dopo il tramonto. Proseguendo lungo il percorso trovano spazio due attività gastronomiche tipiche della zona: un punto vendita di insaccati e uno di formaggi, che celebra la tradizione casearia di Pandino. Il percorso termina con un’enoteca ed una farmacia. Quest’ultima è in un punto strategico trovandosi accanto all’ingresso nord. In occasione del turno notturno la farmacia è aperta per tutta la notte, in sintonia con l’obbiettivo di rendere “attivo” il castello per quasi 24 ore.
Si può accedere alle attività del piano terra sopra descritte percorredo in senso orario o antiorario la passeggiata lungo i portici oppure attraversando la corte in totale libertà per raggiungere il punto desiderato.
Al primo piano, nell’ala est, è ubicato un piccolo hotel con la funzione di incentivare la permanenza dei turisti a Pandino per più di una giornata; vi si accede da un foyer posto al piano terra vicino alla torre sud-est attraverso un’ascensore ed una scala indipendenti. Una sala colazione vetrata gode della vista del loggiato e del cortile sottostante. Le camere, arredate con taglio contemporaneo e minimalista, sono inserite in antiche sale restaurate; le più suggestive sono ricavate all’interno delle due vecchie torri di nord-est e sud-est.
Nell’ala nord si trova invece un ristorante/trattoria dove vengono serviti i piatti tipici della zona. Ad esso si accede attraverso la scala esistente nei pressi dell’ingresso nord oppure con il nuovo ascensore posto al centro della scala medesima.
Al primo piano nell’ala nord-ovest trova posto una nuova biblioteca più ricca e specializzata di quella esistente dotata anche di spazi per organizzare convegni.
Nell’ala sud-ovest si trova la sala del Consiglio Comunale, la segreteria del Sindaco e l’ufficio del medesimo. Quest’ultimo è ricavato all’interno della torre.
Nell’ala sud (corrispondente alla “sala degli affreschi”) trova invece posto il Museo permanente dell’artista Stroppa cui si accede dal piano terro attraverso una moderna scala in acciaio corten o attraverso un moderno ascensore.
Infine sempre nell’ala sud si trovano degli spazi per le associazioni.
Nonostante il trasferimento in altro luogo dell’Istituto Stanga sede della Scuola Casearia di Pandino, attualmente presente all’interno del castello, si prevede di dedicare uno spazio all’interno della struttura per incontri e dibattiti relativamente a prodotti tipici del territorio e all’alimentazione al piano terra.
Per questo, in occasione dell’EXPO 2015, incentrata sul tema del cibo e dell’alimantazione, anche il Castello di Pandino può disporre di numerosi spazi da dedicare alle esposizioni temporanee sia all’interno che all’esterno dell’edificio rappresentando il “centro commerciale naturale” per specialità gastronomiche della tradizione artigianale locale.
La riqualificazione energetica del Castello di Pandino
La realizzazione della copertura vetrata della corte del Castello Visconteo dotata di pannelli solari insieme ad un sistema di ventilazione naturale in estate e di accumulo del calore in inverno contribuisce a ridurre quasi a zero i consumi per il mantenimento delle temperature ottimali al suo interno sia in estate che in inverno. Tramite un sistema di lamelle mobili poste lungo la parte perimetrale della nuova copertura si favorisce la ventilazione naturale in estate aprendo le lamelle come fossero della saracinesche mentre in inverno, richiudendole, si isola termicamente la nuova piazza coperta contenedo i consumi per il suo riscaldamento.
Si prevede tra le altre cose di riprogettare i serramenti di tutte le finestre esistenti, pur nel rispetto dei vincoli storici, e dei dettami della Sovrintendenza alle Belle Arti in modo da avere dei serramenti a taglio termico ad elevata efficienza e ad alto grado di isolamento che, uniti ad un sistema di vetrate basso emissive, contribuiscano all’isolamento termico del castello visconteo (sia per proteggere dall’irraggiamento estivo che per contenere le dispersioni di calore in inverno). All’interno dell’ala ovest del castello, fortemente rimaneggiata nel corso del tempo e con le superfici delle pareti interne ormai quasi completamente prive di affreschi, si prevede di posare delle contropareti dello spessore di circa 5 cm costituite da lana di roccia ad alta densità e cartongesso, che aumenteranno notevolmente il grado di isolamento termico degli ambienti consentendo all’edifico ristrutturato di ottenere una classe di certificazione energetica prossima o uguale alla “classe A” pur trattandosi di un edifico storico.
L’energia accumulata dai pannelli solari della copertura della corte potrebbe anche essere utilizzata per l’illuminazione del parco intorno al castello rendendolo così più sicuro.
La copertura esistente del castello, una volta restaurata, sarà coibenta dall’interno con almeno 30 cm di isolante in lana di roccia o di fibra di legno o di Kenaf costituita da tre strati incrociati di pannelli isolanti posati a giunti sfalsati con una finitura all’interno in pannelli tipo Celenit AB con elevata resistenza al fuoco.
Si prevede inoltre di recuperare gli spazi sottotetto per ricavarne delle cisterne d’acqua piovana che servano sia per l’irrigazione del parco intorno al castello che per l’impianto idrico sanitario dell’intero edificio. L’acqua, frutto delle precipitazioni stagionali, che si deposita sul tetto verrebbe infatti convogliata ed immagazzinata, tramite i pluviali, nelle cisterne per essere poi riutilizzata.
I pannelli solari della copertura della corte del castello saranno integrati da un nuovo manto di copertura in tegole tipo Techtile Easy © che sostituirà i vecchi coppi del tetto esistente per il 50% della superficie. Questo nuovo tipo di tegola utilizza celle fotovoltaiche a film sottile in silicio amorfo a tripla giunzione che catturano anche la luce diffusa ottenendo una buona rese energetica anche con cielo nuvoloso e in presenza di nebbia. Le tegole sono inoltre estremamente flessibili e leggere e non richiedono un ridimensionamento delle strutture lignee del tetto in cui vengono inserite. Ogni tegola Techtile Easy ©è composta da 11 celle connesse in serie e in parallelo dalla capacità complessiva di 68 W. La tegola può essere installata su tetti con una pendenza che varia da 5 a 60 gradi e non è strettamente vincolata al tipo di esposizione in quanto tollera anche zone d’ombra.
L’intera superficie di copertura esistente sostituita da tegole fotovoltaiche è pari a circa 1.700 mq.
L’edifico del castello, recuperato attraverso scelte progettuali che puntano ad un basso consumo di acqua e di energia attraverso impianti efficienti per l’illuminazione e per il riscaldamento e grazie all’utilizzo di materiali a basso impatto, si pone come modello per la futura riqualificazione di altri edifici simili.
La qualità ambientale degli spazi interni sarà garantita in particolare dalla ventilazione della piazza coperta, da un sistema di controllo idrometrico per i singoli ambienti che contribuirebbe alla preservazione dei dipinti murali presenti su gran parte delle pareti del castello. L’efficace sfruttamento della luce naturale in tutti gli ambienti contribuirà alla riduzione dei consumi di energia elettrica per l’illuminazione.
Riqualificazione energetica degli spazi aperti
Come accennato in precedenza, i lampioni lungo via Umberto I sono alimentati da energia fotovoltaica. Essi hanno il corpo illuminante con tecnologia Led Sox all’altezza di circa 4 metri da terra in modo da non determinare un inquinamento luminoso nei confronti degli abitanti della case che prospettano su questa strada e al contempo il palo su cui è fissato il pannello fotovoltaico è ad un altezza tale da superare il colmo delle copertura delle case vicine così da non essere penalizzato da effetti di ombra portata e garantire invece il massimo rendimento.
Nuovi sistemi impiantistici per la riqualificazione degli spazi del Castello di Pandino
Si prevede di realizzare un sistema di pavimenti radianti in corrsipondenza di tutti gli spazi funzionali del castello visconteo dotando l’edificio di una centrale con caldaia a condensazione alimentata da sonde geotermiche in profondità nel terreno. Questo nuovo sistema consentirebbe, unito ad un sistema di immissione di aria primaria, di migliorare notevolmente il comfort termico soprattutto d’estate poiché oggi non esiste un sistema di raffrescamanto estivo nell’edificio.
Concorso di idee “La nuova biblioteca al centro della città”.
Concorso di idee “La nuova biblioteca al centro della città”.
Principio insediativo
L’obbiettivo primario del progetto per la realizzazione della nuova biblioteca è stato quello di ridurne al minimo l’impatto nel tessuto urbano, trattandosi di un contesto già fortemente connotato e denso; perciò si sono ripettati vincoli volumetrici e le altezze esitenti nel centro storico. Considerati questi vincoli si è scelto di mantenere sia l’impianto tipologico che le sagome delle volumetrie esistenti.
Il legame della nuova biblioteca con il centro storico, caratterizzato dalla presenza di corti, è rafforzato una nuova corte ipogea, arricchita da vegetazione al suo interno; su di essa prospettano alcune delle sale della biblioteca.
La vecchia “corte Marianna” è valorizzata dalla presenza di un giardino, alla quota stradale sull’area privata ad uso pubblico, accessibile sia da via Agnese Pasta che da via San Martino.
La nuova area verde è qualificata dalla realizzazione di una collinetta che permette di piantumare alberi di medie dimensioni, pur in presenza di piani sotterranei.
Il progetto risulta capace di intergrarsi nel contesto, mantenendo la tipologia edilizia esistente, con la sola aggiunta della corte ipogea.
Il nuovo corpo edilizio lungo via Pasta, pur nella sua discrezione volumetrica (si mantiene quella del vecchio edificio), si pone quale elemento fortemente identitario. Le facciate (su via Pasta, verso la chiesa di S. Andrea e all’interno della corte esitente) sono caratterizzate da una “seconda pelle” in lamelle frangisole di cotto “tecnologico” che richiama, per la sua orditura, la sequenza di posa dei mattoni del vecchio edificio.
La nuova facciata, così descritta, ha una doppia valenza: estetica per la reinterpretazione della facciata del vecchio edificio; funzionale per la schermatura solare contro l’irragiamento estivo. In tal modo l’edificio viene isolato dal caldo nel periodo estivo, contribuendo alla riduzione dei consumi energetici altrimenti necessari per il raffescamento.
Questa scelta consente di lavorare con materiali tradizionali, il legno e il cotto, da sempre utilizzati nella architettura locale, ora reinterpretati in chiave tecnologica, dando inoltre spazio al verde.
Accessibilità, parcheggi e spazi aperti
Gli accessi esterni al complesso bibliotecario corrispondono a quelli suggeriti nel bando; lungo via Pasta è previsto un’accesso carrabile, per il carico e scarico merci all’interno della “corte Marianna” e per uso pedonale. Da via San Martino è previsto un accesso solo pedonale. I due accessi contrapposti sono collegati tra loro da un percorso pedonale che attraversa da un lato la corte esistente e dall’altro il nuovo giardino (ad uso pubblico su area privata), creando un collegamento nord-sud tra via San Martino e via Pasta. L’accesso ai locali della biblioteca avviene attraverso un ingresso posto all’interno della vecchia corte in posizione baricentrica rispetto al complesso degli edifici sede della nuova biblioteca.
Obbiettivi progettuali
Il progetto, relativo l’edificio, identificabile come ex- stalla, prevede la totale demolizione della muratura compresa tra i pilastri in mattoni, sul lato verso la corte interna, e il mantenimento della copertura con la relativa struttura portante in legno; questa viene coibentata, ai fini dell’isolamento termico dell’edificio, per ridurre la disperisione ed il consumo di energia (per il riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo). Si è scelto di non costruire un piano interrato per evitare interventi costosi di rinforzo statico delle strutture esistenti in mattoni; tuttavia viene introdotta l’opzione di collocare un piano interrato aggiuntivo nel caso si voglia disporre di ulteriori spazi destinati a funzioni culturali e sociali (sale incontri per associazioni e sala conferenze). Con questa opzione è previsto di portare alla quota del piano interrato anche la serra, che per ora è al livello stradale.
La struttura spaziale interna si presenta variegata ed articolata anche in altezza. Si parte dal livello stradale per portarsi alla quota del primo piano, in corrispondenza della ex-stalla. I vari livelli ospitano le sale per il pubblico adibite alla lettura e qualificate dal punto di vista spaziale, visivo e del comfort climatico, dalla presenza di una serra. Nell’area che affaccia sulla corte ipogea si arriva a raggiungere il secondo piano interrato costituito da sale vetrate. La presenza nella corte di alberi caducifogli in estate contribuisce all’ombreggiamento (insieme a tende a rullo elettriche) e in inverno lascia invece passare la luce.
Caratteri architettonici
Il portale del passo carraio di via Pasta è costituito dagli elementi della cornice del vecchio portone ricomposti a formare un nuovo accesso che rispetti le proporzioni indicate dal vigente Regolamento Edilizio della città.
Tutte le sale e gli ambienti per il pubblico sono caratterizzati da grande flessibilità spaziale e possono integrarsi fra loro o rimanere nettamente separati a seconda delle esigenze. Gli uffici sono collocati, nell’ala lungo via Pasta, con un doppio affaccio. I magazzini, su due livelli interrati sono visibile dalla corte ipogea grazie alle vetrate.
Caratteri tecnologico-costruttivi
La costruzione è improntata ad un doppio criterio: economicità e risparmio energetico.
La tecnica costruttiva utilizzata, sia per il recupero della ex-stalla che per la costruzione del nuovo edificio lungo via Pasta, è realizzata a secco, secondo la logica del sistema S/R (Struttura e Rivestimento), consentendo, in fase di cantiere, un grande risparmio di tempo a vantaggio dei costi di costruzione.
La tecnica S/R consente di dismettere facilmente e rapidamente i materiali usati per la costruzione.
Le pareti della ex-stalla, che sono state recuperate, sono isolate dall’interno con sughero e rivestite in lastre di gesso accoppiate.
Le pareti del nuovo edifico lungo via Pasta sono di tipo stratificato a secco con un consistente spessore di isolante; completate all’esterno da una parete ventilata in lamelle frangisole di “cotto-tecnologico”. L’uso della tecnica di stratificazione dei materiali migliora considerevolmente la protezione dal fuoco e le prestazioni fonoisolanti.
I tetti, sia della ex stalla recuperata che del nuovo edificio lungo via Pasta, sono ventilati ed iperisolati termicamente, soprattutto per difendersi dal calore estivo.
Altro aspetto importante è la tecnica costruttiva del solaio realizzata in pannelli radianti coibentati autoportanti. Il vantaggio di questo sistema si traduce in: miglioramento del microclima interno, isolamento termico e risparmio energetico, protezione acustica.
Tutte le parti vetrate sono a triplo vetro e doppia camera (K = 0,8 W/m2 K).
Le sale vetrate, in particolare quelle della corte ipogea, possono sfruttare, come piccole serre, con vetri a basso coefficiente emissivo, la luce naturale, riducendo i costi di riscaldamento e di illuminazione, soprattutto nei mesi invernali. Particolare attenzione è rivolta all’orientamento ed al controllo del sole con sistemi frangisole che nel caso dell’edificio su via Agnese Pasta proseguono fino in copertura, permettendo la circolazione dell’aria. Il corpo edilizio ricostruito su via Pasta per la falda di copertura esposta a sud è attrezzato con pannelli solari ad accumulo termico per l’acqua calda e fotovoltaici per la produzione di l’energia elettrica; essi sono disposti in modo da creare una composizione a scacchiera quasi casuale.
Un’architettura che risparmia energia
Il nord Italia, nello specifico la Pianura Padana, presenta caratteri climatici complessi in quanto, oltre ad inverni relativamente rigidi, ha estati molto calde e non presenta le brezze mitiganti. Tutto questo fa sì che i classici edifici ad alto guadagno termico invernale (tipicamente esposti a sud) possano comportare evidenti problemi di surriscaldamento estivo.
Proprio per evitare forti riscaldamenti in particolare per gli spazi ubicati a sud, è stato fondamentale calibrare correttamente il rapporto tra superficie vetrata e massa termica.
Mentre per l’edificio nuovo lungo via Pasta il progetto garantisce il raggiungimento dei requisiti energetici in “Classe A”; per l’edificio della ex-stalla questi potranno essere raggiunti solo a seguito di verifiche in fase esecutiva e di cantiere.
Poiché la compattezza di un edificio è un’indicatore significativo del comportamento energetico, data la tipologia esistente dei corpi edilizi che costituiscono il complesso della biblioteca, non particolarmente compatti, si è optato per l’introduzione di spazi ipogei, contribuendo così al buon isolamento dell’edificio, evitando dispersioni di calore nei periodi invernali. Il progetto di demolizione e ricostruzione del corpo edilizio su via Pasta assume il tema del controllo energetico come uno degli elementi portanti della tematica di risparmio energetico. La forma edilizia con superfici a sud, per captare energia solare lungo via Pasta, risulta adeguatamente compatta, pur rifacendosi alla tipologia del vecchio edificio in quanto, pur avento una pianta a “L”, risulta di due soli livelli fuori terra.
Il complesso della nuova biblioteca è un edificio ad uso continuativo prevalentemente diurno. L’impianto del progetto supera la tradizionale impostazione bioclimantica che prevede grandi pareti captanti (vetrate, serre, ecc.) a sud e la massima protezione alle dispersioni negli altri orientamenti, a favore di una maggior attenzione all’illuminazione naturale (corte ipogea e facciata ovest edificio ex-stalla) ed alla ventilazione naturale controllata.
Come è noto i costi energetici per la climatizzazione degli ambienti ad uso non residenziale, sono principalmente legati al condizionamento dell’aria (climatizzazione estiva) e all’illuminazione degli ambienti, mentre il riscaldamento ambientale è normalmente una voce secondaria.
Durante la stagione calda, con il sole alto all’orizzonte l’ombra riportata evita l’entrata diretta dei raggi solari negli ambienti; in inverno il sole basso all’orizzonte si inserisce liberamete portando calore all’interno degli ambienti. L’iperisolamento in particolare sul lato sud del nuovo edificio di via Pasta, ma anche lungo il muro esistente della ex-stalla sul lato est minimizza il fabbisogno energetico per il raffrescamento in estate e permette di ridurre i consumi energetici per il riscaldamento invernale che avviene con un sistema a pompe di calore di tipo avanzato.
Il riscaldamento invernale è ottenuto con l’utilizzo di un sistema a bassa temperatura con pannelli radianti integrati nei pavimenti.
Con l’utilizzo delle grandi vetrate sulla ex-stalla e negli spazi della corte ipogea si mira a ridurre considerevolemente il consumo di energia elettrica per l’illuminazione anche in inverno nella parte centrale della giornata. L’impianto elettrico è parcellizzato in modo da poter scegliere l’accensione di tutti o di parte degli apparecchi illuminanti. Negli spazi di servizio (corridoi, scale e magazzini) i comandi della luce sono temporizzati.
Con i pannelli solari termici si soddisfa il 100% del fabbisogno di acqua calda sanitaria e di buona parte di acqua da riscaldamento.
Il recupero delle acque piovane avviene in prima battuta per mezzo della vasca d’acqua che corre lungo la facciata ovest che prospetta sulla corte interna ed in estate contribuisce al raffrescamento estivo della vetrata della serra nella ex-stalla. Vasche di accumulo di acqua sono alloggiate nell’intercapedine sottotetto dell’edificio nuovo lungo via Pasta. L’acqua piovana raccolta dalla gronda viene così direttamente immessa nelle vasche di raccolta opportunamente filtrata delle impurità esterne.
Come documentato dal goniometro solare su cui sono rappresentate le maschere di ombreggiamento relative ai due fronti principali del complesso bibliotecario (quello sud e quello ovest); si nota come la facciata sud il 17 di luglio inizia a prendere sole dalle 7.30 di mattina fino alle 12.45 ma è protetta in corrispondenza delle finestre dalle schermature orizzontali costituite da lamelle di “cotto tecnologico”. La facciata ad ovest invece cerca di recuperare il massimo calore dai raggi solari in inverno; per questo ha una schermatura solare orizzontale di lamelle in “cotto tecnologico” ridotta che permette ai raggi solari invernali di poter guadagnare più calore possibile in modo da ridurre i consumi per il riscaldamento. Il 17 gennaio la facciata sud riceve sole dalle 8.00 di mattina fino a circa le 16.00 del pomeriggio.
L’archivio storico esposto a sud in estate viene sia schermato grazie all’ausilio di tende elettriche a rullo, sia per la presenza di alberi caducifogli che in inverno permettono di lasciar passare i raggi solari che riscaldano così la facciata e gli ambienti interni.
L’edificio, essendo per buona parte interrato, risulta ben isolato e questo evita dispersioni termiche e riduce così i consumi di energia.
“La piazza della cultura” ad Arluno (MI)
L’impianto generale
Peculiarità di questo progetto è la creazione di una nuova urbanità fatta di piazze, edifici e spazi a verde.
La struttura dell’isolato è costituita da una piazza centrale collegata a tre piazze secondarie ad est, a sud ed ad ovest; le tre piazze, posizionate attorno a quella principale, sono collegate ad essa tramite passaggi pedonali lastricati.
Il nuovo edificio, destinato a teatro e centro culturale polifunzionale, è stato collocato nell’area libera a nord (nella porzione est dell’attuale giardino dell’asilo di via Villoresi) ed ha una tipologia a “blocco compatto” simile a quella dei due edifici esitenti (palazzo Comunale e palazzina dei Vigili). In questo modo ciascuno degli edifici del progetto mantiene una propria forte identità.
I tre edifici (teatro, municipio e palazzina dei vigili) sorgono sulle tre piazze sottolineandone la loro funzione.
Ciascuno di questi nuovi “contenitori” ha un linguaggio architettonico proprio in relazione alla funzione che deve assolvere.
I tre nuovi volumi vengono ad avere due fronti altrettanto importanti: quello comune aperto sulla piazza interna, quello esterno rivolto verso la città mediante le rispettive piazze.
La piazza centrale
La filosofia del progetto mira a creare un insieme unitario dove i tre volumi, dalle forme semplici e ben definite, si rapportano tra loro attraverso una nuova piazza, “piazza della cultura”, che assume il ruolo di baricentro, mettendo in relazione tra loro le più importanti strutture pubbliche della città. La piazza, di forma rettangolare, è il “punto gravitazionale” di tutto l’intervento; essa è caratterizzata da pavimentazione lignea e da un’illuminazione a pavimento con led disposti a scacchiera, in tal modo ne viene sottolineato l’aspetto scenografico soprattutto nelle ore notturne.
La piazza appare come una “piastra polifunzionale” dove organizzare eventi e manifestazioni cittadine.
Il bordo nord, unico a non essere interessato dalla presenza di edifici e confinante con il muro di cinta della scuola materna, è stato risolto con una lunga panchina in pietra (dalla doppia seduta), che da un lato svolge la funzione di nascondere le griglie di ventilazione naturale del parcheggio (posto sotto la piazza), dall’altro rappresenta un elemento di arredo dalla geometria rigorosa ed essenziale.
Una serie di pali della luce completa il lato nord della piazza ed integra la luce puntuale a pavimento.
Il lato est della nuova piazza è segnato da una fontana “minimale”, costituita da soffioni a pavimento che, di volta in volta, sparano getti d’acqua verticali, a pressione, ad intervalli regolari, secondo delle logiche scenografiche programmabili. Questa fontana vuole anche evocare il ricordo dell’antico pozzo presente nell’area.
Il parcheggio
Al di sotto della piazza “polifunzionale” è collocato un parcheggio per 70 posti, disposto su un unico livello. Esso collega tutti gli edifici interessati dal progetto. Una scala, dalle pareti vetrate e ben illuminata, è uno dei due ingressi ipogei al teatro. L’altro, più tradizionale, è costituito da una porta che immette in un corridoio di accesso ad una seconda scala.
L’edificio municipale è collegato al parcheggio sia tramite semplici porte, sia tramite una corte ipogea, tagliata all’interno dell’edificio stesso e costituita da un giardino piantumato. Esso, oltre che fungere da pozzo di luce e da ventilazione naturale del parcheggio, crea un legame suggestivo tra quest’ultimo ed il palazzo comunale.
La nuova palazzina, sede della polizia locale, invece si raccorda al parcheggio tramite il garage sotterraneo, per le auto del personale di servizio, che è alla stessa quota. La rampa del parcheggio consente l’accesso anche al garage, riservato alle auto dei vigili, e si immette su via Villoresi.
Pur avendo una forma regolare, legata alla funzione tecnica che deve svolgere (posti auto e corselli), l’architettura del parcheggio è molto accurata, in particolare la segnaletica e l’illuminazione che si avvalgono dei colori (rosso, nero, giallo, ecc…) a scopo comunicativo.
La piazza del municipio (piazza De Gasperi)
E’ sicuramente la piazza più grande, ad esclusione di quella “polifunzionale”, per sottolineare il ruolo del palazzo municipale; essa, rispetto alla situazione attuale, viene trasformata in piazza-giardino con l’obbettivo di ridurre la superficie “minerale” a vantaggio del “verde”, valorizzando le piante secolari ivi presenti. A questo scopo vengono realizzate delle grandi aiuole, che segnalano i percorsi pedonali sulla piazza, e che, per alcuni tratti, sono contornate da due grandi panche monolitiche, attrezzate con tubi al neon per segnalare i percorsi. Anche gli alberi secolari di notte sono illuminati grazie a fari, posizionati nelle aiuole, che puntano verso il tronco e la chioma.
La pavimentazione degli spazi liberi, quasi di risulta, non è mortificata da un semplice rivestimento in materiale di formato regolare, ma è costituita da lastre di misura variabile e dalla disposizione irregolare definite da giunti metallici che sottolineano la geometria della piazza. Le lastre sono realizzate in cemento lisciato, tinto con inerti in resina, con la capacità di assorbire lo smog.
Sul bordo meridionale delle aiole si trovano aree per la sosta delle auto dei dipendenti del municipio.
La piazza del teatro
Questa piazza si trova ad est del teatro e corre lungo uno dei suoi lati maggiori. Essa è caratterizzata da un filare di alberi prospicente via Alfieri. Le caratteristiche micro-aiuole “minerali” che circondano i le piante si sviluppano in senso ortogonale rispetto alla via, indirizzando la visione prospettica verso il teatro in modo da sottolineare la nuova volumetria.
La piazza, vero e proprio “parterre” del teatro, è costituita da lastre di pietra grigia con inserite, in maniera casuale, una serie di altre lastre di una diversa sfumatura di grigio (più scura) in cui è integrata l’illuminazione.
La piazza della palazzina dei vigili
Anche la palazzina dei vigili affaccia su una piccola piazza, quasi interamente occupata da una rampa pedonale che porta alla quota di ingresso (piano rialzato) e da un’area per la sosta delle auto intervallata da aiuole che contengono un piccolo filare di alberi, parallelo alla strada.
La pavimentazione della piazza è costituita da lastre di pietra grigia che ne disegnano la superficie.
Teatro e centro culturale
La parte principale dell’intervento è lo spazio polifunzionale a servizio della città. Esso è concepito come un grande contenitore, una scatola, che racchiude una serie di funzioni che possono variare nel tempo a seconda delle esigenze della cittadinanza.
Gran parte della superficie è occupata dalla sala del teatro per 400 posti e dagli spazi di servizio (palco, retro-palco, sotto-palco, torre di manovra, magazzini, ecc…).
L’importante foyer, attiguo alla sala,è collocato in posizione tale da mettere in comunicazione la piazza del teatro con la piazza centrale; accanto ad esso, in posizione angolare, trova posto il bar che si sviluppa su più livelli con un quadruplo affaccio.
La parete di divisione tra la sala ed il foyer è costituita da pannelli speciali mobili (tipo Oddicini) che garantiscono il totale isolamento della sala durante gli spettacoli, ma, una volta spostati e stoccati in opportune sedi attraverso delle guide a soffitto, mettono questa sala in comunicazione diretta con il foyer, dando luogo ad una enorme superficie piana, utile per l’allestimento di esposizioni od eventi, grazie anche al fatto che la pavimentazione della sala teatrale è complanare con quella del foyer e che le sedute della sala si possono spostare e stoccare nei magazzini.
Un volume minimale monolitico in vetro traslucido racchiude (su tre livelli) la zona di manovra. All’interno di questa “torre tecnica” si trovano anche i camerini.
Una serie di corti-giardino ipogee, passanti per tutta l’altezza dell’edificio, creano spazi accattivanti ed accoglienti su cui si affacciano la biblioteca e gli altri locali di questo complesso. Esse svolgono anche “l’effetto camino” e contribuiscono a rendere bioclimatico questo involucro.
Una serie di camini, provvisti di serrande apribili, disposti su tutta la copertura piana dell’edificio favoriscono la ventilazione naturale.
Il tetto è costituito da un tappeto erboso che rende l’edificio particolarmente isolato, agevolando il risparmio energetico.
Sulla sommità della torre di manovra e sui camini, disposti sulla superficie del tetto, sono integrati dei pannelli solari che garantiscono la fornitura di energia elettrica per l’intero complesso.
Il lato ovest dell’edificio dà su un percorso pedonale che collega la piazza centrale al giardino a nord del comprensorio; lungo questo lato trovano posto la maggior parte dei collegamenti verticali e delle uscite di sicurezza della sala teatrale.
Una lunga vetrata a piano terra, interrotta soltanto da un cavedio che delimita un piccolo giardino ipogeo, rende visibili e scenografici questi collegamenti verticali.
Il lato minore, che dà sulla piazza della “cultura”, è caratterizzato invece da un incavo a piano terra che segna l’ingresso al complesso dal questo lato.
A livello superiore si trova invece la sala per matrimoni e cerimonie (con accesso indipendente) in posizione privilegiata in quanto affaccia sulla “piazza della cultura”.
Gli uffici del complesso si trovano su un mezzanino che corre lungo il lato est dell’edificio ed affacciano sul foyer del teatro.
Il bar-caffetteria è ubicato in una posizione strategica in quanto affaccia su tutti e quattro i lati si sviluppa su due livelli (piano terra e primo) facendo da cerniera tra la piazza del teatro e la “piazza della cultura”. Al piano terra il bar si estende sulla piazza del teatro e sul collegamento pedonale tra le due piazze, al primo piano un piccolo terrazzo, con scorcio sulla “piazza della cultura” e vista sul passaggio pedonale, rende questo luogo particolarmente suggestivo.
Sul retro, nella parte nord-ovest dell’edificio trovano posto il retro-palco ed i magazzini, che si sviluppano poi anche nel sottosuolo. Questi ultimi, attrezzati con un grande montacarichi, sono connessi ad un’area di carico e scarico per i TIR, che prospetta la piazza del teatro.
Alle spalle del foyer della biglietteria e del guardaroba, trova posto una biblioteca-mediateca con ingresso dalla piazza del teatro. Essa si sviluppa su tre livelli (piano terra, primo piano e piano interrato) e circonda una corte ipogea piantumata. Al piano interrato si trova anche il relativo deposito dei libri, mentre al primo piano ci sono gli uffici.
Al centro dell’edificio, al secondo piano fuori terra, si staglia la grande volumetria che ospita ad ovest la torre scenica del teatro ed ad est i camerini degli artisti.
Il piano interrato ospita, oltre agli spazi di cui si è già detto, anche un magazzino a disposizione del foyer quando questo viene utilizzato, con o senza la sala del teatro, come spazio espositivo temporaneo.
Nel sottosuolo si trovano anche la sala prove del corpo bandistico e la sala prove per gli strumentisti; entrambe sono ben insonorizzate e godono di un’ottima acustica, come la sala del teatro.
A questo livello, attorno ad una serie di corti ipogee “vegetali”, che rendono questi spazi particolarmente scenografici, pur trovandosi nel sottosuolo, si sviluppano una serie di sale (saletta riunioni per 50-70 posti, saletta corsi, salette per associazioni, laboratorio di pittura, di ceramica, ecc…).
Infine l’interrato ospita, nella sua parte sud-ovest, un enorme locale tecnico a servizio di tutti gli edifici oggetto del progetto.
Le facciate del nuovo edificio del teatro e centro culturale sono prevalentemente opache e caratterizzate da un rivestimento esterno in grigliato metallico brunito che ne sottolinea l’ aspetto tecnologico. Le parti trasparenti in vetro sono di vario tipo: si alternano il vetro trasparente, quello translucido, quello opaco a seconda della necessità di illuminare e proteggere la vista dell’interno o invece di permettere la vista sia all’interno che verso l’esterno.
Il Municipio
Il progetto prevede il mantenimento della struttura portante dell’edificio (pilastri e solette), della scala, dell’ascensore e delle pareti perimetrali e la realizzazione di una nuova volumetria aggettante al primo piano del fabbricato, al di sopra della zona di ingresso, per aumentare la superficie altrimenti insufficiente rispetto alle nuove esigenze.
Il nuovo municipio è interamente rivestito in pannelli plastici traslucidi di policarbonato estruso (tipo “Polyù”) che danno una nuova “veste” all’edificio e grazie ai giochi di trasparenze lo rendono leggero e luminoso a costi decisamente contenuti. Il messaggio che si vuole trasmettere è proprio quello di “trasparenza” ed apertura al pubblico. Tutte le finestre sono interamente riprogettate in funzione delle nuove esigenze funzionali e sono generalmente costituite da grandi vetrate. In particolare la sala Consiliare e la sala della Giunta, che si trovano al primo piano, sono caratterizzate dalla copertura completamente vetrata e schermata da una serie di pannelli solari. Questi volumi trasparenti sormontano il profilo della copertura segnalando la loro presenza in maniera inequivocabile, attraverso questi parallelepipedi di luce e vetro. Questo fa sì che le due sale in oggetto vengano individuate anche a distanza e di notte.
Al primo piano sono ubicati anche gli uffici degli assessori; essi sono ricavati nella nuova volumetria a sbalzo posta sopra il fronte principale in modo da essere ben visibili, secondo la logica di avvicinare le istituzioni alla cittadinanza.
Il primo piano, che si potrebbe definire “il piano nobile”, quello di rappresentanza, ospita inoltre le sale per i gruppi consiliari di maggioranza e minoranza, una saletta per riunioni da 20 posti, nonché l’ufficio del Sindaco.
A questo piano si accede attraverso un’ampia scalinata già esistente, disimpegnata da un atrio su cui si affaccia anche l’ascensore principale. Essa è posta ad est dell’atrio d’ingresso.
Il piano terra è invece il piano a servizio dei cittadini, dove prevale un’atmosfera familiare per sottolineare il rapporto diretto tra il cittadino e l’Amministrazione comunale. Esso è caratterizzato da un grande atrio che si sviluppa lungo il fronte sud, che è anche quello di accesso all’edificio. Lungo di esso sono disposti tutti quegli uffici che necessitano di un rapporto diretto con il pubblico (ufficio protocollo, ufficio URP, ecc…); a questo scopo è prevista la collocazione di un bancone che corre lungo tutta la sua lunghezza. Una serie di altri uffici, aperti alla cittadinanza, sono situati alle spalle dei precedenti e sono disimpegnati da un corridoio.
Al piano interrato trovano posto una serie di altri uffici, i depositi, gli archivi e delle salette-riunione che si affacciano su una corte ipogea piantumata. Essa crea un vuoto lungo tutta l’altezza dell’edificio ed è in diretta comunicazione con il parcheggio posto al di sotto della piazza centrale. Oltre ad avere un carattere scenografico tale corte ipogea è anche un pozzo di illuminazione e ventilazione naturale del parcheggio.
Una serie di porte e corridoi mette in comunicazione il municipio con l’adiacente parcheggio sotterraneo.
La copertura piana del Municipio è un “prato erboso” che attraverso la riduzione delle dispersioni termiche invernali e degli apporti di calore in estate contribuisce al risparmio energetico.
Una corona rivestita in rame circonda la quota di copertura e nasconde un presistente elemento in cemento armato che correva lungo il perimetro del tetto.
Le facciate dell’edificio hanno tre gradi di trasparenza: l’opaco, che nasconde i muri ciechi, il semitrasparente per le zone riservate che necessitano luce, il trasparente delle finestre dove è importante anche la vista interno-esterno.
La palazzina della Polizia locale
La precedente volumetria è interamente conservata, ad eccezione dei balconi e di alcune parti aggettanti. In questo modo la palazzina appare ben definita da muri e falde del tetto che ne semplificano la volumetria.
Tutte le bucature esterne sono ripensate interamente. L’edificio è infatti caratterizzato da una serie di piccole finestre rettangolari (alcune sono fisse, altre sono apribili) disposte in verticale ed in orizzontale , secondo un disegno apparentemente casuale, su tutto l’involucro dell’edificio. L’obbiettivo è quello di creare degli spazi interni estremamente luminosi e dare un’immagine esterna di un’architettura ermetica.
La superficie dell’edificio all’esterno è finita a cemento lisciato di colore grigio idrorepellente.
Al suo interno, la scala esistente separa la zona dedicata al “sociale ed alla pubblica istruzione” (posta a nord), da quella riservata alla Polizia locale (che si trova a sud).
Al piano terra si trovano quegli uffici che necessitano un rapporto diretto con il pubblico, mentre al primo piano sono posti gli quelli con funzione operativa.
Al piano terra, lungo il lato sud, della palazzina è posto anche l’appartamento del custode dotato di un proprio box per l’auto.
Il piano interrato, che comunica direttamente con il parcheggio, è occupato interamente dal garage dove sostano le auto di servizio della polizia locale, da un magazzino e dagli spogliatoi della Polizia.
La copertura a falde, recuperata dal precedente edificio, è corredata da una serie di pannelli solari che garantiscono la fornitura di acqua calda e di elettricità di questa palazzina.
CONSIGLIO PROVINCIALE DELLA PROVINCIA DI LECCO
BANDO DI CONCORSO DI IDEE PER LO STUDIO DI PROPOSTE IDEATIVE RELATIVE ALLA REALIZZAZIONE DELLA SALA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DELLA PROVINCIA DI LECCO ED ALLA RIQUALIFICAZIONE DELLA SEDE AMMINISTRATIVA DI CORSO MATTEOTTI “RIQUALIFICAZIONE DELLE FACCIATE DELLA SEDE AMMINISTRATIVA DO C.SO MATTETTI” RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA
Biblioteca Lorenteggio Milano
Il progetto è caratterizzato da una forte integrazione della Biblioteca con il Parco ed il sistema di percorsi ciclopedonali con l’obbiettivo di creare coesione sociale.
La Biblioteca si pone come “libro aperto” sulla città, un edificio poroso, una connessione ciclopedonale in direzione nord-sud attraversa il parco e la stessa biblioteca. Due volumi completamente vetrati, con valori di trasmittanza prossimi a quelli di pareti opache, definiscono il piano terra. Due scale panoramiche consentono l’ascesa al più articolato secondo livello, un volume rivestito da una lamiera stirata colore ottone, che riflette la luce solare, caratterizzato da pieni e vuoti che suddividono il grande open-space. I principali materiali utilizzati sono: legno, calcestruzzo, acciaio e vetro; lo strumento operativo utilizzato è il Life Cycle Thinking “LCA”. Per l’eliminazione completa di gas radon si adottano sistemi passivi. Il progetto prevede di collegare il “quartiere Lorenteggio” alla nuova biblioteca attraverso la ridefinizione dell’asse di Via Odazio rimodulandone il calibro stradale (pur mantenendo il doppio senso di marcia) a favore di una maggiore “pedonalizzazione” di cui beneficia il mercato settimanale, qui collocato, facilitando il rapporto con via degli Apuli (unico asse viario di penetrazione nel quartiere IFACP). La caffetteria, la zona d’ingresso ed accoglienza e l’”area forum” in genere sono catalizzate da una grande “piastra” che costituisce la piazza urbana che le mette in relazione con il mercato comunale e con la nuova sede di Associazioni. All’interno della “piastra” sono ricavate delle “isole verdi” che perimetrano e raggruppano gli alberi esistenti e nuovi, più ampie e compatte a sud, mentre in prossimità della biblioteca lasciano spazio alla piazza. Gli alberi esistenti, posti in corrispondenza della biblioteca, la attraversano dando luogo a patii e cavedi in quota che disegnano la copertura piana caratterizzata da lucernai e pannelli fotovoltaici piani. Il parcheggio del mercato comunale ad est è stato spostato lungo la via Odazio, al suo posto una pensilina “ciclopedonale” crea un percorso “dolce” da via Lorenteggio alla nuova biblioteca. Il nuovo edificio si compone di due livelli. Il piano terra è costituito da due volumi (di circa 6 metri di altezza) interamente vetrati e “permeabili” con spazi a doppia altezza. Il primo piano, costituito da un unico più ampio e compatto volume (meno del 35% delle facciate sono costituite da finestre) dalla forma irregolare (di circa 4 metri di altezza) che collega il piano terra. Alcuni lucernai disegnano la copertura piana. Nonostante la biblioteca sia “immersa nel verde”, l’ampia superficie a sbalzo del primo piano le da una grande visibilità anche da lontano e da luogo ad una “piazza coperta”. La struttura portante è costituita da elementi in c.a. gettato in opera. I due impalcati sono in soletta piena, le strutture in elevazione sono costituite da pilotis (che ricordano gli alberi) e setti come irrigidimento orizzontale. Prioritario è il requisito di non utilizzare energia, si punta all’efficienza energetica NZEB. l’involucro dell’edificio è inteso quale sistema principale per la produzione ed il mantenimento dell’energia. Gli impianti, tecnologicamente avanzati, sfruttano le fonti rinnovabili. Il sistema di tamponamento esterno è costituito da blocchi di cemento autoclavato, abbinato ad isolanti fibrosi in lana di legno nella controparete interna, finita con doppia lastra di cartongesso. Una serie di altri componenti, come i solai totalmente in calcestruzzo e le pareti interne a secco (cartongesso), permettono di gestire i carichi di punta, sia degli apporti calorici dovuti alla presenza di persone che quelli solari, per cui l’edificio diventa una grande spugna che assorbe calore di giorno mentre la notte viene rilasciato all’interno degli ambienti. Un sistema elettronico gestisce le temperature interne ed esterne con differenziale di pressione, che consente l’apertura automatica delle finestre generando ventilazione naturale per effetto camino. Altro accorgimento utilizzato è l’attivazione termica della massa (thermal slab) che sfrutta la capacità di accumulo termico del solaio in calcestruzzo e della platea di fondazione. Le tubazioni sono annegate nei solai che contribuiscono alla climatizzazione, asportando calore per raffrescare o cedendo energia termica per riscaldare. Per i fabbisogni di energia primaria si è verificato, con un programma di simulazione dinamica, il comportamento dell’edificio nelle 4 stagioni; per le grandi vetrate del piano terra, sarà predominante l’utilizzo di vetrate con basso fattore solare in modo da ottimizzare al massimo gli apporti solari durante il periodo invernale, mentre per il periodo estivo le vetrate, che sono dotate di “pinne” verticali fisse insieme agli gli aggetti garantiscono l’ombreggiamento. L’impianto di climatizzazione con aria primaria è suddiviso per ambienti ed è modulabile in funzione del fabbisogno richiesto.
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