Concorso di idee “La nuova biblioteca al centro della città”.
Principio insediativo
L’obbiettivo primario del progetto per la realizzazione della nuova biblioteca è stato quello di ridurne al minimo l’impatto nel tessuto urbano, trattandosi di un contesto già fortemente connotato e denso; perciò si sono ripettati vincoli volumetrici e le altezze esitenti nel centro storico. Considerati questi vincoli si è scelto di mantenere sia l’impianto tipologico che le sagome delle volumetrie esistenti.
Il legame della nuova biblioteca con il centro storico, caratterizzato dalla presenza di corti, è rafforzato una nuova corte ipogea, arricchita da vegetazione al suo interno; su di essa prospettano alcune delle sale della biblioteca.
La vecchia “corte Marianna” è valorizzata dalla presenza di un giardino, alla quota stradale sull’area privata ad uso pubblico, accessibile sia da via Agnese Pasta che da via San Martino.
La nuova area verde è qualificata dalla realizzazione di una collinetta che permette di piantumare alberi di medie dimensioni, pur in presenza di piani sotterranei.
Il progetto risulta capace di intergrarsi nel contesto, mantenendo la tipologia edilizia esistente, con la sola aggiunta della corte ipogea.
Il nuovo corpo edilizio lungo via Pasta, pur nella sua discrezione volumetrica (si mantiene quella del vecchio edificio), si pone quale elemento fortemente identitario. Le facciate (su via Pasta, verso la chiesa di S. Andrea e all’interno della corte esitente) sono caratterizzate da una “seconda pelle” in lamelle frangisole di cotto “tecnologico” che richiama, per la sua orditura, la sequenza di posa dei mattoni del vecchio edificio.
La nuova facciata, così descritta, ha una doppia valenza: estetica per la reinterpretazione della facciata del vecchio edificio; funzionale per la schermatura solare contro l’irragiamento estivo. In tal modo l’edificio viene isolato dal caldo nel periodo estivo, contribuendo alla riduzione dei consumi energetici altrimenti necessari per il raffescamento.
Questa scelta consente di lavorare con materiali tradizionali, il legno e il cotto, da sempre utilizzati nella architettura locale, ora reinterpretati in chiave tecnologica, dando inoltre spazio al verde.
Accessibilità, parcheggi e spazi aperti
Gli accessi esterni al complesso bibliotecario corrispondono a quelli suggeriti nel bando; lungo via Pasta è previsto un’accesso carrabile, per il carico e scarico merci all’interno della “corte Marianna” e per uso pedonale. Da via San Martino è previsto un accesso solo pedonale. I due accessi contrapposti sono collegati tra loro da un percorso pedonale che attraversa da un lato la corte esistente e dall’altro il nuovo giardino (ad uso pubblico su area privata), creando un collegamento nord-sud tra via San Martino e via Pasta. L’accesso ai locali della biblioteca avviene attraverso un ingresso posto all’interno della vecchia corte in posizione baricentrica rispetto al complesso degli edifici sede della nuova biblioteca.
Obbiettivi progettuali
Il progetto, relativo l’edificio, identificabile come ex- stalla, prevede la totale demolizione della muratura compresa tra i pilastri in mattoni, sul lato verso la corte interna, e il mantenimento della copertura con la relativa struttura portante in legno; questa viene coibentata, ai fini dell’isolamento termico dell’edificio, per ridurre la disperisione ed il consumo di energia (per il riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo). Si è scelto di non costruire un piano interrato per evitare interventi costosi di rinforzo statico delle strutture esistenti in mattoni; tuttavia viene introdotta l’opzione di collocare un piano interrato aggiuntivo nel caso si voglia disporre di ulteriori spazi destinati a funzioni culturali e sociali (sale incontri per associazioni e sala conferenze). Con questa opzione è previsto di portare alla quota del piano interrato anche la serra, che per ora è al livello stradale.
La struttura spaziale interna si presenta variegata ed articolata anche in altezza. Si parte dal livello stradale per portarsi alla quota del primo piano, in corrispondenza della ex-stalla. I vari livelli ospitano le sale per il pubblico adibite alla lettura e qualificate dal punto di vista spaziale, visivo e del comfort climatico, dalla presenza di una serra. Nell’area che affaccia sulla corte ipogea si arriva a raggiungere il secondo piano interrato costituito da sale vetrate. La presenza nella corte di alberi caducifogli in estate contribuisce all’ombreggiamento (insieme a tende a rullo elettriche) e in inverno lascia invece passare la luce.
Caratteri architettonici
Il portale del passo carraio di via Pasta è costituito dagli elementi della cornice del vecchio portone ricomposti a formare un nuovo accesso che rispetti le proporzioni indicate dal vigente Regolamento Edilizio della città.
Tutte le sale e gli ambienti per il pubblico sono caratterizzati da grande flessibilità spaziale e possono integrarsi fra loro o rimanere nettamente separati a seconda delle esigenze. Gli uffici sono collocati, nell’ala lungo via Pasta, con un doppio affaccio. I magazzini, su due livelli interrati sono visibile dalla corte ipogea grazie alle vetrate.
Caratteri tecnologico-costruttivi
La costruzione è improntata ad un doppio criterio: economicità e risparmio energetico.
La tecnica costruttiva utilizzata, sia per il recupero della ex-stalla che per la costruzione del nuovo edificio lungo via Pasta, è realizzata a secco, secondo la logica del sistema S/R (Struttura e Rivestimento), consentendo, in fase di cantiere, un grande risparmio di tempo a vantaggio dei costi di costruzione.
La tecnica S/R consente di dismettere facilmente e rapidamente i materiali usati per la costruzione.
Le pareti della ex-stalla, che sono state recuperate, sono isolate dall’interno con sughero e rivestite in lastre di gesso accoppiate.
Le pareti del nuovo edifico lungo via Pasta sono di tipo stratificato a secco con un consistente spessore di isolante; completate all’esterno da una parete ventilata in lamelle frangisole di “cotto-tecnologico”. L’uso della tecnica di stratificazione dei materiali migliora considerevolmente la protezione dal fuoco e le prestazioni fonoisolanti.
I tetti, sia della ex stalla recuperata che del nuovo edificio lungo via Pasta, sono ventilati ed iperisolati termicamente, soprattutto per difendersi dal calore estivo.
Altro aspetto importante è la tecnica costruttiva del solaio realizzata in pannelli radianti coibentati autoportanti. Il vantaggio di questo sistema si traduce in: miglioramento del microclima interno, isolamento termico e risparmio energetico, protezione acustica.
Tutte le parti vetrate sono a triplo vetro e doppia camera (K = 0,8 W/m2 K).
Le sale vetrate, in particolare quelle della corte ipogea, possono sfruttare, come piccole serre, con vetri a basso coefficiente emissivo, la luce naturale, riducendo i costi di riscaldamento e di illuminazione, soprattutto nei mesi invernali. Particolare attenzione è rivolta all’orientamento ed al controllo del sole con sistemi frangisole che nel caso dell’edificio su via Agnese Pasta proseguono fino in copertura, permettendo la circolazione dell’aria. Il corpo edilizio ricostruito su via Pasta per la falda di copertura esposta a sud è attrezzato con pannelli solari ad accumulo termico per l’acqua calda e fotovoltaici per la produzione di l’energia elettrica; essi sono disposti in modo da creare una composizione a scacchiera quasi casuale.
Un’architettura che risparmia energia
Il nord Italia, nello specifico la Pianura Padana, presenta caratteri climatici complessi in quanto, oltre ad inverni relativamente rigidi, ha estati molto calde e non presenta le brezze mitiganti. Tutto questo fa sì che i classici edifici ad alto guadagno termico invernale (tipicamente esposti a sud) possano comportare evidenti problemi di surriscaldamento estivo.
Proprio per evitare forti riscaldamenti in particolare per gli spazi ubicati a sud, è stato fondamentale calibrare correttamente il rapporto tra superficie vetrata e massa termica.
Mentre per l’edificio nuovo lungo via Pasta il progetto garantisce il raggiungimento dei requisiti energetici in “Classe A”; per l’edificio della ex-stalla questi potranno essere raggiunti solo a seguito di verifiche in fase esecutiva e di cantiere.
Poiché la compattezza di un edificio è un’indicatore significativo del comportamento energetico, data la tipologia esistente dei corpi edilizi che costituiscono il complesso della biblioteca, non particolarmente compatti, si è optato per l’introduzione di spazi ipogei, contribuendo così al buon isolamento dell’edificio, evitando dispersioni di calore nei periodi invernali. Il progetto di demolizione e ricostruzione del corpo edilizio su via Pasta assume il tema del controllo energetico come uno degli elementi portanti della tematica di risparmio energetico. La forma edilizia con superfici a sud, per captare energia solare lungo via Pasta, risulta adeguatamente compatta, pur rifacendosi alla tipologia del vecchio edificio in quanto, pur avento una pianta a “L”, risulta di due soli livelli fuori terra.
Il complesso della nuova biblioteca è un edificio ad uso continuativo prevalentemente diurno. L’impianto del progetto supera la tradizionale impostazione bioclimantica che prevede grandi pareti captanti (vetrate, serre, ecc.) a sud e la massima protezione alle dispersioni negli altri orientamenti, a favore di una maggior attenzione all’illuminazione naturale (corte ipogea e facciata ovest edificio ex-stalla) ed alla ventilazione naturale controllata.
Come è noto i costi energetici per la climatizzazione degli ambienti ad uso non residenziale, sono principalmente legati al condizionamento dell’aria (climatizzazione estiva) e all’illuminazione degli ambienti, mentre il riscaldamento ambientale è normalmente una voce secondaria.
Durante la stagione calda, con il sole alto all’orizzonte l’ombra riportata evita l’entrata diretta dei raggi solari negli ambienti; in inverno il sole basso all’orizzonte si inserisce liberamete portando calore all’interno degli ambienti. L’iperisolamento in particolare sul lato sud del nuovo edificio di via Pasta, ma anche lungo il muro esistente della ex-stalla sul lato est minimizza il fabbisogno energetico per il raffrescamento in estate e permette di ridurre i consumi energetici per il riscaldamento invernale che avviene con un sistema a pompe di calore di tipo avanzato.
Il riscaldamento invernale è ottenuto con l’utilizzo di un sistema a bassa temperatura con pannelli radianti integrati nei pavimenti.
Con l’utilizzo delle grandi vetrate sulla ex-stalla e negli spazi della corte ipogea si mira a ridurre considerevolemente il consumo di energia elettrica per l’illuminazione anche in inverno nella parte centrale della giornata. L’impianto elettrico è parcellizzato in modo da poter scegliere l’accensione di tutti o di parte degli apparecchi illuminanti. Negli spazi di servizio (corridoi, scale e magazzini) i comandi della luce sono temporizzati.
Con i pannelli solari termici si soddisfa il 100% del fabbisogno di acqua calda sanitaria e di buona parte di acqua da riscaldamento.
Il recupero delle acque piovane avviene in prima battuta per mezzo della vasca d’acqua che corre lungo la facciata ovest che prospetta sulla corte interna ed in estate contribuisce al raffrescamento estivo della vetrata della serra nella ex-stalla. Vasche di accumulo di acqua sono alloggiate nell’intercapedine sottotetto dell’edificio nuovo lungo via Pasta. L’acqua piovana raccolta dalla gronda viene così direttamente immessa nelle vasche di raccolta opportunamente filtrata delle impurità esterne.
Come documentato dal goniometro solare su cui sono rappresentate le maschere di ombreggiamento relative ai due fronti principali del complesso bibliotecario (quello sud e quello ovest); si nota come la facciata sud il 17 di luglio inizia a prendere sole dalle 7.30 di mattina fino alle 12.45 ma è protetta in corrispondenza delle finestre dalle schermature orizzontali costituite da lamelle di “cotto tecnologico”. La facciata ad ovest invece cerca di recuperare il massimo calore dai raggi solari in inverno; per questo ha una schermatura solare orizzontale di lamelle in “cotto tecnologico” ridotta che permette ai raggi solari invernali di poter guadagnare più calore possibile in modo da ridurre i consumi per il riscaldamento. Il 17 gennaio la facciata sud riceve sole dalle 8.00 di mattina fino a circa le 16.00 del pomeriggio.
L’archivio storico esposto a sud in estate viene sia schermato grazie all’ausilio di tende elettriche a rullo, sia per la presenza di alberi caducifogli che in inverno permettono di lasciar passare i raggi solari che riscaldano così la facciata e gli ambienti interni.
L’edificio, essendo per buona parte interrato, risulta ben isolato e questo evita dispersioni termiche e riduce così i consumi di energia.